Il Macro

Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare.

Daniel Pennac


L’amore verso la fotografia in me nasce molti anni fa e da sempre mi sono posta la domanda ‘ma quanto di quello che non vediamo a occhio nudo, ci perdiamo in realtร ’. Quindi con il mio obbiettivo macro investigavo il mondo.


Tutto attraverso la mia macchina fotografica diventava un soggetto valido a diventare protagonista.

Delle formiche che fanno su e giรน dal loro formicaio a delle gocce d’acqua che diventano gioielli sopra un filo di erba secca.

I dettagli dei colori e i disegni sulle piume di un pavone, come quelli del dorso di un insetto.

La delicatezza di un ricciolo di erba secca o il dettaglio geometrico di un fiore secco.


Il mondo del macro รจ un mondo infinito, ricco di dettagli che quotidianamente ci perdiamo.

Che solo chi si pone domande sul mondo riesce a vedere, solo chi si butta e scatta immagini puรฒ rivelare.


Io nel mio giardino, in quelle ore passate a scrutarlo, cercavo un senso a tutta la perfezione che la natura ci offriva. Niente di piรน bello e perfetto esiste e noi, che lo abitiamo, dovremmo rispettarlo un po’ di piรน.

A me, il macro ha insegnato ad amare tutto quello che la natura ha da dare, anche se รจ un ragno con otto zampe e otto occhi. Anche se รจ quella cosa che ci spaventa, perchรฉ la realtร  รจ che noi facciamo un bel po’ piรน paura.


Perfetti sconosciuti, un perfetto boccone agrodolce

Immagine dal web

Perfetti sconosciuti, รจ un film angosciante per quanta realtร  ci sia nella vicenda di un gioco tra amici di vecchia data.

Il film parte con un gruppo di amici che decide di fare una cena insieme, questa parola รจ importante, ricordiamola, amici. Ma durante la sera, nei discorsi generali a tavola, alcuni di loro spingono per fare un gioco innocuo ai loro occhi, e propongono di mettere i telefoni sul tavolo e, a qualsiasi notifica o chimata si sarebbe dovuta leggere e ascoltare in vivavoce. Molti sono contrari ma alla fine la serata parte e parte pure il gioco.

Immagine dal web

Genovese con il suo film, porta lo spettatore ad amare dei personaggi per la loro integritร  apparente, fino a sbriciolare quella certezza con un semplice squillo. Man mano che il film va avanti scopriamo lati dell’animo umano, che nemmeno gli amici piรน intimi conoscono, ci rendiamo conto che in fondo nessuno conosce veramente nessuno.

Tanto che durante la serata si scoprono alcune veritร  che metteranno a dura prova le relazioni sentimentali, le amicizie e la fiducia verso il prossimo, che รจ recondita dentro ad ognuno di noi.

Immagine dal web
Immagine dal web

Perfetti sconosciuti rende magistralmente l’idea di quanta finzione e di quanta vita ci sia racchiusa in una “scatola nera“, in grado di spezzare cuori e speranze.

Le paure che sono racchiuse dentro ad ognuno di noi, servite a tavola ed affrontate con la scusa di un gioco innocuo. Come voler ad ogni costo dimostrare a sรฉ stessi e agli altri quanto si รจ puliti e cristallini. Anche a costo di perdere tutto.

Immagine dal web

Dialoghi e situazioni sono studiate perfettamente per portare lo spettatore ad immedesimarsi in una serata tranquilla tra amici.

Immagine dal web
Immagine dal web

Una roulette russa che porta la veritร  a tavola, che affronta e spezza ogni indugio e ogni limite.

Un film che non lascia spazio all’immaginazione, che spiazza e segna tutti.
Un racconto che lo spettatore non puรฒ che amare ma allo stesso tempo averne paura, per la sua veridicitร .

Immagini dal web

La fotografia e la scelta attoriale sono perfette, nulla in questo film รจ lasciato al caso.

Kasia Smutniak, Marco Giallini, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Giuseppe Battiston e Benedetta Porcaroli sono perfetti nell’interpretazione dei loro personaggi. Tanto che diventa impossibile non empatizzare con un Rocco, Bianca o Peppe, teoricamente i piรน cristallini all’interno della loro cerchia.

Immagine dal web
Immagine dal web

Le dinamiche, le paure, i tagli di inquadratura e i momenti di silenzio, portano lo spettatore a far parte di quel gioco tanto angosciante quanto necessario. In cui ognuno ha paura di rivelare sรฉ stesso ad un mondo famigliare ma sconosciuto. Dove nemmeno gli amici lo sono davvero, dove ognuno si mette in bocca tante belle parole e si vende nel modo migliore, per apparire agli occhi degli altri come una persona integra, ma allo stesso tempo, compie tradimenti e racconta bugie.

Un film che invita lo spettatore ad una cena agrodolce, dove la realtร  si scontrerร  con le convinzioni personali, che sono radicate dentro di noi, grazie ad un semplice squillo.

Immagine dal web

Primavere

Goccia, 2012, Foto recuperata dal mio profilo web

In casa mia, ogni volta che c’era il passaggio da una stagione all’altra, non era solo una questione di calendario. Era un movimento con la natura.

Magnolia, 2021

Per esempio quando arrivava la primavera le piante ripartivano con le loro foglie vigorose, i fiori sbocciavano a salutare il sole, il vento li cullava e la pioggia li cresceva. Era una simultaneitร  di momenti e attimi, precisi e studiati, che la natura ha creato migliaia di anni fa…e noi ne facevamo parte. Ne vivevamo ogni istante, e ne eravamo affascinati.

Amaro della Pennsylvania, 2013
Fiore di Ciliegio, 2013
Macro di una goccia d’acqua su un filo d’erba, 2020
Cetonia Dorata, 2017

Ogni giorno si faceva un giro del giardino ad osservare ogni cambiamento di forma, grandezza e colore. La natura ce ne faceva dono e noi avevamo la fortuna di poter assistere.
Vivendo in mezzo alla natura, la paura tipica dell’altro veniva trasformata in curiositร , io scattavo fotografie in modo da poterne scoprire ogni dettaglio.
Tutto mi incuriosiva e con il mio obbiettivo macro andavo alla ricerca di tutti quegli animaletti di cui ci si spaventava o non si sapeva nulla. Come la fotografia qui sotto, del Polydrusus un animaletto strano da vedere senza una lente piรน fine, ma dopo il macro, wow! Quegli occhietti e il suo corpo verde con riflessi dorati, lo resero ai miei occhi, un insetto davvero molto bello.


Ci sono persone che arrivano anche a trent’anni, senza aver visto come una pianta cambi con il passare delle stagioni o grazie alla cura stessa che ci metti.
Non tutti possono dire di aver visto una tipologia cosรฌ vasta di animali tra insetti, roditori e uccelli e molti altri ed esserne riusciti a capire il significato, la bellezza racchiusa dentro anche al piรน strano.
Riuscire a capire l’immensitร  della natura nel suo artificio piรน grande, la creazione di tante forme di vita che coesistono e coabitano in maniera libera.

Upupa, 2022
Rondine, 2021

Le primavere che passano a casa mia, sono sempre una sorpresa, il famoso risveglio che la natura chiama a sรฉ, รจ qualcosa di tanto primordiale quanto intenso.
Aver avuto questo approccio alla vita mi ha resa piรน consapevole della bellezza che ci circonda e di quanta fatica faccia la natura stessa a ripetere questo ciclo, ancora e ancora, nonostante ci sia sempre qualcuno pronto ad interrompere tale bellezza.

Il mio giardino

Ho avuto un giardino grandissimo da piccola, era circa tremila metri quadrati, ci si poteva disputare una partita di calcio. Era bellissimo, non tanto per le piante o per come fosse strutturato, ma per quello che la vita mi aveva portato a viverci.

Fin da piccola era come un luna park, ogni angolo aveva le sue meraviglie. Giocavo con mia sorella al tipico gioco delle famiglie e ci si divideva gli spazi in giardino e si costruivano case immaginarie, fatte di bagni, cucine e salotti. Ci ho passato i capodanni in quel giardino, a vedere i fuochi d’artificio che esplodevano dai paesi vicini e giocato con amici e parenti per i compleanni.

Ho trovato tutti i miei gatti in quel giardino, non so come, loro sapevano che avrebbero trovato cure ed accoglienza. Chiunque passasse di lรฌ aveva acqua e cibo assicurato, nessuno era lasciato indietro o in disparte.

Ho scattato centinaia e centinaia di fotografie, ho scoperto l’amore per la fotografia e il bisogno di comunicare attraverso essa. Lui era il mio soggetto, le piante che lo abitavano, gli animali di passaggio, il cielo e i suoi colori.

Niente mi ha dato tanti spunti di vita e di creativitร , come quel giardino. Come casa.

Ad oggi ho un nuovo giardino, piรน piccolo, ricchissimo di piante e di molti altri animali. Ho scoperto che qui gli uccelli non sono solo un bellissimo suono che senti fra gli alberi, ma si fanno vedere.

Li scopri, vedi le loro abitudini e li fotografi. Li vedi al riparo dalla pioggia, li vedi in cerca di cibo o a godersi un bel bagno nella ciotola dell’acqua, che abbiamo fatto apposta per loro. Li vedi stare sui rami a riposare e a controllare il circondario.

Li vedi con i loro piccoli che gli insegnano a volare e a sapere cadere. Li vedi vivere una vita piena di insidie e piena di vita stessa.

…Se gli alberi di casa mia potessero parlare, racconterebbero di quanti uccelli visitino il cielo. Racconterebbero quanti piccoli animali si fidano di me e si lasciano fotografare senza paura.
Quante fotografie e quante conoscenze in questi anni ho fatto.

Lui


Il mio primo modello, quando avevo 13 anni, era il mio migliore amico dell’epoca. Eravamo sempre insieme e niente ci separava.
Abbiamo passato insieme molti momenti belli e importanti della mia vita, non c’era nulla che potevo fare per allontanarlo. Anzi sembrava mi capisse cosรฌ tanto, che quando stavo cosรฌ male da non voler sentire piรน nulla, lui c’era e mi faceva passare ogni paura o dolore.
รˆ sempre stato insieme a me, da chรฉ รจ arrivato a casa, ci siamo legati fino all’anima.
A lui dicevo tutto, ogni cosa, a lui dedicavo la parte migliore di me e lui mi dava tutto quello che un gatto puรฒ darti.
Quando uscivo a fare fotografie lui veniva sempre, non c’era bisogno di chiamarlo, lui era al mio fianco e mi accompagnava in ogni mio attimo creativo e di conseguenza diventava uno dei miei soggetti, anzi era il mio soggetto preferito.
Era pazzesco come riuscisse a capire l’attimo giusto in cui star fermo, l’attimo che interessava a me scattare. Era il migliore amico che avessi potuto avere.
Ed era un legame talmente profondo da non riuscire a descriverlo.

2010


Purtroppo la vita ti mette di fronte a situazioni che mai avresti voluto affrontare.
Ti spezza l’anima e il cuore e non te li rimette piรน a posto.
Quando ci siamo dovuti separare niente รจ stato piรน come prima, quel giorno una parte di me se n’รจ andata con lui e credo che non tornerร  piรน.
Ma la fotografia rimarrร  sempre come l’anima che ci univa e di ciรฒ che eravamo. Di ciรฒ che lui era, รจ rimasta solo lei.

Walking, 2008
2007
Autumn, 2011
2011
Sguardi, 2010

Bianco e nero

Moon, 2017




Io col bianco e nero ho un rapporto viscerale.
Mi sento appartenere a questi due colori che sono il tutto e l’assenza di ogni cosa. Due colori, due significati, due modi di vedere la vita.

Colori cosรฌ forti in grado di dare vita ad immagini, generare storie, sfumature e raccontare gli attimi.

Prospective, 2020

Margherite, 2016

Firenze, 2017

Timidezza, 2019

Eccoci qui

Quando eravamo piccoli e ancora non si sapeva nulla del futuro, di cosa ci aspettava e di quello che si sarebbe vissuto, si scopriva il mondo pian piano. Io lo facevo attraverso la mia compatta. Amavo osservare la natura intorno a me e fotografarne i dettagli. Fotografare era espressione pura di ciรฒ che ero e di ciรฒ che provavo. Non c’era un modo migliore per me che esprimere me stessa atraverso fotografie raffiguranti la vita.

Decisi di intraprendere l’universitร  e nulla mi sembrava piรน azzeccato che seguire quello che amavo di piรน, quello che mi faceva stare bene. Quindi scelsi il corso di Fotografia e nonostante lo studio mi avesse sempre creato problemi decisi che mi sarei buttata.
I tre anni sono passati cosรฌ velocemente da non accorgermi che ciรฒ che apprendevo da un lato lo perdevo dall’altro. Non riuscivo ad esssere quella bambina creativa e convinta e al tempo stesso usare ciรฒ che conoscevo e avevo appreso. Alla fine mi sono laureta, sono uscita con un bel voto e quel giorno ero la persona piรน contenta del mondo.

Ad oggi quella bambina con la sua compatta alla scoperta del mondo, lo ha finalmente capito. Provo per la fotografia un amore che non potrร  mai essere messo da parte, ma sento la necessitร  di riscoprirmi ancora una volta.

Come Quadri

A volte ci troviamo davanti ad un quadro e ci chiediamo quanto talento e creativitร  viva nell’artista. Ci immergiamo interamente, ritrovandoci dentro quel mondo tanto ricercato quanto faticato dall’artista stesso. Quando ne usciamo, quando prendiamo ossigeno e ci guardiamo dentro, crediamo che nessun’altro potrร  mai creare tale immensitร . Siamo convinti che soprattutto noi stessi non ne saremo in grado.
E alla fine, ci ritroviamo euforici per tale meraviglia e al tempo stesso abbattuti. Siamo cosรฌ bravi a svalutarci senza nemmeno aver provato.

…Mi sono chiesta tante volte, se artisti come Van Gogh, Leonardo o Michelangelo, avessero avuto a loro volta, queste fragilitร  e paure. Se anche la loro mente, a volte, li avesse frenati dal creare un’altra bellezza.