Il Macro

Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di parlare. Ho fotografato per non dimenticare. Per non smettere di guardare.

Daniel Pennac


L’amore verso la fotografia in me nasce molti anni fa e da sempre mi sono posta la domanda ‘ma quanto di quello che non vediamo a occhio nudo, ci perdiamo in realtร ’. Quindi con il mio obbiettivo macro investigavo il mondo.


Tutto attraverso la mia macchina fotografica diventava un soggetto valido a diventare protagonista.

Delle formiche che fanno su e giรน dal loro formicaio a delle gocce d’acqua che diventano gioielli sopra un filo di erba secca.

I dettagli dei colori e i disegni sulle piume di un pavone, come quelli del dorso di un insetto.

La delicatezza di un ricciolo di erba secca o il dettaglio geometrico di un fiore secco.


Il mondo del macro รจ un mondo infinito, ricco di dettagli che quotidianamente ci perdiamo.

Che solo chi si pone domande sul mondo riesce a vedere, solo chi si butta e scatta immagini puรฒ rivelare.


Io nel mio giardino, in quelle ore passate a scrutarlo, cercavo un senso a tutta la perfezione che la natura ci offriva. Niente di piรน bello e perfetto esiste e noi, che lo abitiamo, dovremmo rispettarlo un po’ di piรน.

A me, il macro ha insegnato ad amare tutto quello che la natura ha da dare, anche se รจ un ragno con otto zampe e otto occhi. Anche se รจ quella cosa che ci spaventa, perchรฉ la realtร  รจ che noi facciamo un bel po’ piรน paura.


Il mio giardino

Ho avuto un giardino grandissimo da piccola, era circa tremila metri quadrati, ci si poteva disputare una partita di calcio. Era bellissimo, non tanto per le piante o per come fosse strutturato, ma per quello che la vita mi aveva portato a viverci.

Fin da piccola era come un luna park, ogni angolo aveva le sue meraviglie. Giocavo con mia sorella al tipico gioco delle famiglie e ci si divideva gli spazi in giardino e si costruivano case immaginarie, fatte di bagni, cucine e salotti. Ci ho passato i capodanni in quel giardino, a vedere i fuochi d’artificio che esplodevano dai paesi vicini e giocato con amici e parenti per i compleanni.

Ho trovato tutti i miei gatti in quel giardino, non so come, loro sapevano che avrebbero trovato cure ed accoglienza. Chiunque passasse di lรฌ aveva acqua e cibo assicurato, nessuno era lasciato indietro o in disparte.

Ho scattato centinaia e centinaia di fotografie, ho scoperto l’amore per la fotografia e il bisogno di comunicare attraverso essa. Lui era il mio soggetto, le piante che lo abitavano, gli animali di passaggio, il cielo e i suoi colori.

Niente mi ha dato tanti spunti di vita e di creativitร , come quel giardino. Come casa.

Ad oggi ho un nuovo giardino, piรน piccolo, ricchissimo di piante e di molti altri animali. Ho scoperto che qui gli uccelli non sono solo un bellissimo suono che senti fra gli alberi, ma si fanno vedere.

Li scopri, vedi le loro abitudini e li fotografi. Li vedi al riparo dalla pioggia, li vedi in cerca di cibo o a godersi un bel bagno nella ciotola dell’acqua, che abbiamo fatto apposta per loro. Li vedi stare sui rami a riposare e a controllare il circondario.

Li vedi con i loro piccoli che gli insegnano a volare e a sapere cadere. Li vedi vivere una vita piena di insidie e piena di vita stessa.

…Se gli alberi di casa mia potessero parlare, racconterebbero di quanti uccelli visitino il cielo. Racconterebbero quanti piccoli animali si fidano di me e si lasciano fotografare senza paura.
Quante fotografie e quante conoscenze in questi anni ho fatto.

Lui


Il mio primo modello, quando avevo 13 anni, era il mio migliore amico dell’epoca. Eravamo sempre insieme e niente ci separava.
Abbiamo passato insieme molti momenti belli e importanti della mia vita, non c’era nulla che potevo fare per allontanarlo. Anzi sembrava mi capisse cosรฌ tanto, che quando stavo cosรฌ male da non voler sentire piรน nulla, lui c’era e mi faceva passare ogni paura o dolore.
รˆ sempre stato insieme a me, da chรฉ รจ arrivato a casa, ci siamo legati fino all’anima.
A lui dicevo tutto, ogni cosa, a lui dedicavo la parte migliore di me e lui mi dava tutto quello che un gatto puรฒ darti.
Quando uscivo a fare fotografie lui veniva sempre, non c’era bisogno di chiamarlo, lui era al mio fianco e mi accompagnava in ogni mio attimo creativo e di conseguenza diventava uno dei miei soggetti, anzi era il mio soggetto preferito.
Era pazzesco come riuscisse a capire l’attimo giusto in cui star fermo, l’attimo che interessava a me scattare. Era il migliore amico che avessi potuto avere.
Ed era un legame talmente profondo da non riuscire a descriverlo.

2010


Purtroppo la vita ti mette di fronte a situazioni che mai avresti voluto affrontare.
Ti spezza l’anima e il cuore e non te li rimette piรน a posto.
Quando ci siamo dovuti separare niente รจ stato piรน come prima, quel giorno una parte di me se n’รจ andata con lui e credo che non tornerร  piรน.
Ma la fotografia rimarrร  sempre come l’anima che ci univa e di ciรฒ che eravamo. Di ciรฒ che lui era, รจ rimasta solo lei.

Walking, 2008
2007
Autumn, 2011
2011
Sguardi, 2010

Eccoci qui

Quando eravamo piccoli e ancora non si sapeva nulla del futuro, di cosa ci aspettava e di quello che si sarebbe vissuto, si scopriva il mondo pian piano. Io lo facevo attraverso la mia compatta. Amavo osservare la natura intorno a me e fotografarne i dettagli. Fotografare era espressione pura di ciรฒ che ero e di ciรฒ che provavo. Non c’era un modo migliore per me che esprimere me stessa atraverso fotografie raffiguranti la vita.

Decisi di intraprendere l’universitร  e nulla mi sembrava piรน azzeccato che seguire quello che amavo di piรน, quello che mi faceva stare bene. Quindi scelsi il corso di Fotografia e nonostante lo studio mi avesse sempre creato problemi decisi che mi sarei buttata.
I tre anni sono passati cosรฌ velocemente da non accorgermi che ciรฒ che apprendevo da un lato lo perdevo dall’altro. Non riuscivo ad esssere quella bambina creativa e convinta e al tempo stesso usare ciรฒ che conoscevo e avevo appreso. Alla fine mi sono laureta, sono uscita con un bel voto e quel giorno ero la persona piรน contenta del mondo.

Ad oggi quella bambina con la sua compatta alla scoperta del mondo, lo ha finalmente capito. Provo per la fotografia un amore che non potrร  mai essere messo da parte, ma sento la necessitร  di riscoprirmi ancora una volta.